La libertà dei liberi
Ieri sera ho assistito a una conferenza tenuta dal professor Mauro Magatti, sociologo ed economista, laureato in Discipline economiche e sociali presso l’Università Bocconi di Milano, ha conseguito il PhD in Social Sciences in Gran Bretagna. Attualmente è Preside della Facoltà di Sociologia all’Università Cattolica di Milano dove insegna Sociologia della Globalizzazione.
Mi ha colpito molto il suo discorso sulla libertà, dice che siamo in una società di liberi ma che la "la libertà dei liberi è una libertà sofferente", siamo in una società libera che produce disuguaglianze, produce illibertà!
Gli studi di Magatti si concentrano sul rapporto tra economia e società e lui pone una sfida al capitalismo tecno-nichilista, dice che siamo schiavi della TECNICA, viviamo sotto il suo dominio e pensiamo solo al PROFITTO.
Non voglio inoltrarmi in discorsi economici che non rientrano affatto nelle mie capacità, ma piuttosto riflettere sul pensiero di libertà, riportando alcune parti del suo discorso.
Lui dice che si sbaglia se per libertà si pensa di poter fare tutto quello che ci va, perché si finirebbe persi "in mezzo all'oceano".
"È l'idea di libertà che va messa in gioco, se siamo liberi, dobbiamo anche saper decidere di non fare qualcosa che si potrebbe fare…. Come l'adolescente, anche il cittadino dell'Occidente democratico crede che libertà significhi fare quello che si crede. Il problema non è tornare alla fase precedente, quella dell'autorità paterna. Ma riuscire a gestire la libertà sapendo che ci sono dei limiti, senza i quali la libertà è distruttiva... Gestire il discorso sulla libertà, significa gestire l'egemonia ... siamo capaci di riportare sotto controllo la nostra volontà di potenza, tecnica ed esistenziale, orientandola verso alcuni grandi obiettivi collettivi?"
“L’uomo è una macchina desiderante ma bisogna essere in grado di capire dove tutto questo diventa un circolo vizioso… Il rischio vero è che, schiacciati come siamo in una prospettiva esistenziale di ‘immediatezza’ – i desideri e la loro soddisfazione devono essere immediati, il consumo deve essere immediato, perché sottostà a quel desiderio e alimentare una nuova produzione – il rischio sia di perdere la propria libertà”.
Ho estrapolato il discorso da un contesto molto più ampio, storico socio-economico, per riportarlo al mio piccolo mondo, ai miei piccoli pensieri, che sono quelli di un semplice individuo che si sente chiuso in una gabbia, nonostante il percorso che mi ha portato fino a qui è stato compiuto in piena libertà, tutte le scelte fatte sono state libere.
Eppure a volte mi sembra di soffocare in questa vita!
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