And the Oscar goes to... Mr Tarantino!
L'Oscar a Tarantino non poteva mancare, e se quello per miglior film si fa attendere, il premio per la miglior sceneggiatura è tutto suo!
È indubbiamente un abile sceneggiatore, atipico e sopra le righe, che è stato in grado, fin dall'inizio, di dar vita a lavori di eccezionale originalità.
Un sapiente contaminatore di orrido e comico, riso e disgusto, serio e spiritoso che cattura e diverte lo spettatore.
Nel raccontarci storie incredibili, inventa personaggi atipici che colpiscano lo spettatore dritto al cuore, personaggi-eroi, ovviamente eroi contro-tendenza, degli eroi popolari per i quali non si può non tifare.
Personaggi che parlano e parlano e con le parole ci incantano perché un altro pregio di Tarantino sta nei suoi brillanti dialoghi. Lui sovraccarica le sceneggiature di parole, a volte dialoghi senza importanza, surreali o che lasciano presagire la brutalità in arrivo. Così le creature tarantiniane parlano incessantemente, perché i silenzi sono da evitare, come dice Mia Wallace: "io vado a incipriarmi il naso, tu resti qui e pensi a qualcosa da dire!".
E a proposito dei personaggi, ecco le sue parole al momento della consegna dell'Oscar:
"Non è una cosa semplice da dire, ma credo che da qui a trent’anni le persone si ricorderanno i miei film soprattutto per i personaggi che ho creato. Il mio compito è quello di trovare le persone giuste per portare in vita questi personaggi, e questa volta ce l’ho fatta!"
Quentin è il nostro miglior cantastorie, il cantastorie del XXI secolo, un personaggio, lui, in tutto e per tutto figlio della nostra epoca, straordinario e brillante!
Nessuno più di Tarantino si merita questo premio, è suo per la sua mostruosa bravura nello scrivere.
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P.S. Grazie ai suoi grandiosi film e sceneggiature, io ho potuto fare un buon lavoro di tesi in semiotica del cinema:
La metatestualità del cinema contemporaneo. Il caso del genere Pulp.
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P.S. Grazie ai suoi grandiosi film e sceneggiature, io ho potuto fare un buon lavoro di tesi in semiotica del cinema:
La metatestualità del cinema contemporaneo. Il caso del genere Pulp.
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