Addio Capitano Mio Capitano!

Triste giorno per il cinema oggi...

Mentre il Festival del film di Locarno "piange" la mancata presenza di Roman Polanski, tema di cui si è discusso ampiamente su tutti i media da queste parti e di cui non vorrei fare polemica anch'io, pur se una domanda mi sorge spontanea: si avrebbe la stessa attenzione se a commettere quel crimine fosse stata una persona qualunque?
Vi è una certa disparità nel valutare persone e situazioni e non ce ne rendiamo nemmeno conto. C'è chi giustifica dicendo che erano altri tempi, libertini di droga e alcool, che la ragazza l'ha perdonato (certo e non ci vuole molto a capire perché), che è accaduto una volta sola in un particolare contesto, tanti anni fa, etc. Ma tutto ciò giustifica il 45enne Roman a fare sesso con una ragazzina di 13 anni drogata e ubriaca? E chissà se invece di Polanski fosse stata un cameriere nero che prestava servizio nella villa di Jack Nicholson (dove accaddero i fatti)?
Certo ciò non toglie che Roman Polanski sia un grandissimo artista e le sue opere geniali (sono un'adoratrice di Rosemary's Baby) e quindi dal profilo culturale-artistico il premio ci stava e l'invito al festival pure. E' tutto il teatrino attorno di personaggi che stanno lì a giustificare a dare fasitidio.
Ma vabbè avevo detto che non volevo fare polemica!


Piuttosto voglio ricordare un attore che ho davvero nel cuore, un attore che ha portato grandi emozioni sul grande schermo, risate, lacrime, ilarità e malinconia, Robin Williams.

Mi è dispiaciuto davvero tanto sentire la notizia della sua morte oggi, per asfisia, "probabile" suicidio. Ho sentito una morsa al cuore veramente. E' vero che già da anni circolavano voci sulla sua depressione ma speravi che uno così ce la facesse a superare le crisi, con quel sorriso e quella voglia (quasi una missione) di portare un po' di gioia a tutti. Faceva ridere nei film, nei talk show e anche fuori dal set impegnandosi persino a portare conforto ai bimbi malati, sosteneva infatti la cura contro il cancro per i bambini facendo donazioni e andando a trovare i piccoli pazienti. Tra l'altro è proprio lui ad aver portato il sorriso come cura per i piccoli malati terminali al cinema con Patch Adams.



Robin Williams doveva essere uno che se ne fregava di hollywood, un anti-divo, fuori dagli schemi, semplice e spontaneo. Uno che immagini se la viva bene. Invece la depressione aveva colpito anche lui. Certo cosa ne possiamo sapere noi di come vivano veramente queste stars. Vediamo ciò che i media ci passano e al limite ci possiamo fare un'idea.

La mia idea era che lui fosse una grande persona, con un grande cuore, un po' malinconico, un po' sofferente, come d'altra parte lo sono tutte le persone troppo sensibili, e credevo che avrebbe trovato la forza di sorridere sempre**.



Anche i suoi personaggi presentavano delle macchie chiare e scure, c'era sempre un lato triste dietro al sorriso, dietro alla voglia di far ridere si nascondeva la malinconia.

Ora non ci restano che i suoi grandiosi ruoli, lui magnifico in tutte le parti interpretate, profondo, sincero, vero. Il sognante professore de L'attimo fuggente, il deejay dell'aviazione in Good Morning Vietnam, lo psichiatra di Will Hunting, il dottore di Risvegli, il Peter Pan di Hook, Capitano Unicino.  Giusto per ricordare i ruoli che più ho amato.



Mi spiace davvero tanto che questo grande attore, dai 1000 volti, capace di emozionare tutti, grandi e piccini, e di dare vita a personaggi così diversi, non ci sia più. Mancherà il suo sorriso e quegli occhi azzurri.
 
"O Captain! My Captain!"


** «Guardo il mondo, vedo quanto possa essere spaventoso, a volte, e comunque cerco di affrontare la paura. La comicità può aiutare ad affrontare la paura, senza paralizzarti ma anche senza dirti che tutto il male sparirà. È come se dicessi: ok, posso scegliere di ridere di questa cosa, e una volta che ci avrò riso sopra avrò cacciato il demone e potrò affrontarla davvero. Questo è quello che cerco di fare quando faccio il comico».





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