L'indie lo fa meglio..
... il cinema soprattutto le commedie!
Le commedie sono il genere cinematografico che apprezzo meno ma riconosco che non è per nulla facile riuscire a realizzare un buon film appartenente a questa categoria e il rischio è quello di cadere nei sentimentalismi, nel demenziale, oppure ancora nelle solite volgarità.
Contrariamente a quello che si può pensare, realizzare una bella commedia non è un'impresa semplice, mentre per altri generi si può ricorrere a stratagemmi (effetti speciali, montaggio serrato, o drammi da lacrima facile) nella commedia bisogna essere capaci di creare delle storie semplici, ma non banali, che siano realistiche e creino empatia, devono essere simpatiche, far sorridere, ma offrire anche degli spunti di riflessioni. L'happy end non deve essere scontato e i sentimenti non vanno forzati. Insomma ci vuole un'ottima sceneggiatura e degli attori che ci sappiano davvero fare, la riuscita dipende molto dalla loro capacità.
Mi torna in mente una frase che ci diceva il prof. di cinematografia "far piangere è più facile che ridere". Di fatti, coloro che riuscirono a far ridere hanno grandi nomi: Totò, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi nel cinema italiano, e prima ancora Charlie Chaplin, Buster Keaton e la coppia Stan Laurel & Oliver Hardy.
Comunque le commedie non mi hanno mai entusiasmato fino a quando ho scoperto il cinema indipendente americano, il così detto "indie", e grazie a lui la commedia americana, a mio parere, ne è rinata, e sicuramente mi ha conquistata!
Trovo che le commedie nate da produzioni indipendenti, fuori dagli schemi e i dettami dei grandi studios, escano più fresche e originali, contraddistinte da una certa delicatezza e naturalezza, e pur se toccano argomenti pesanti lo fanno con semplicità.
Temi difficili sono trattati in modo realistico, senza appesantire ulteriormente il dramma o caricare di eccessivi sentimentalismi, il film scorre via raccontando in modo spontaneo la sua storia e i suoi personaggi e lo senti più reale, più vicino a te.
Pensiamo alla leggerezza di Juno (2007) nato della sceneggiatura della blogger Diablo Cody, un tema pesante, quello della gravidanza indesiderata in età adolescenziale, trattato con tanta semplicità. Non vi sono pregiudizi o moralismi, c'è lei e ciò che le accade, con naturalezza assistiamo all'evolversi degli eventi in cui Juno, ragazzina adolescente, si mostra più adulta e in gamba degli adulti. Il film è piacevole, dolce, fresco e conquista in tutto. Bravissima l'attrice protagonista che si mostra eccellente (Ellen Page), grandiose le ambientazioni, la sceneggiatura, ovviamente, e la musica. Tutto fa si che la storia, e in particolare questa ragazzina, ti entrino nel cuore, e il film riesce talmente bene tanto da essere una lezione di vita per tutti!
Un'altra storia che adoro è quella narrata in Little Miss Sunshine (2006) anche qui tre aggettivi: semplicità, naturalezza e freschezza. Sei personaggi un po' particolari, un vecchio furgoncino giallo VW, un viaggio on the road dai toni grotteschi ma che porterà ad una svolta importante nei rapporti tra i membri di questa pazza famiglia e ad una crescita personale per ognuno di loro.
Little Miss Sunshine è un piccolo capolavoro, un grande raggio di sole.
Recentemente ho scoperto Junebug (2005), e di scoperta nel vero senso della parola si tratta, visto che stavo facendo zapping notturno. Presentato in concorso al Sundance Film Festival e in una proiezione speciale alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes nel 2005, e mai uscito nei nostri cinema. Nel cast di Junebug troviamo la bellissima e brava Amy Adams (che per la sua interpretazione è stata candidata all'Oscar come migliore attrice non protagonista) oltre ad una vecchia "conoscenza", Benjamin McKenzie, che interpretava Ryan nella serie TV The O.C.
Anche in questa pellicola, come accade in Juno, non mancano temi difficili ed anche qua vengono affrontati in modo delicato, così che il film scorre via dolcemente pure nelle parti più amare.
Inoltre ha una capacità di farti sentire dentro la storia, sembra quasi di appartenere a quella famiglia, di vivere con loro tra quelle pareti, tra tensioni e piccoli e grandi problemi, che la vita riserva.
Lars e una ragazza tutta sua (2007) è un'altra bellissima storia, delicata e toccante, che vede il protagonista, interpretato da Ryan Goslin, innamorarsi di una bambola gonfiabile. Sì proprio così, lui è un ragazzo trentenne problematico, vive una vita solitaria priva di qualsiasi emozione, finché un giorno si presenta, alla sua famiglia e a tutto il paese, con la sua nuova compagna Bianca, che è appunto una bambola gonfiabile. Un soggetto sicuramente assurdo e difficile da rappresentare, eppure la storia è davvero emozionante e poetica. La sua famiglia e l'intera comunità si avvicina a lui grazie a Bianca, e viceversa, lui inizia a interagire con gli altri attraverso lei. Niente banalità, niente sesso (nonostante la partner), solo veri sentimenti, puri e semplici, che coinvolgono anche lo spettatore che per questo ragazzo, puro e candido, non può che provare un grande affetto e tenerezza.
The Way, Way Back /C'era una volta un'estate (2013) è l'ultimo film del genere "indie" che ho visto e nel cast riappare la mamma di Little Miss Sunshine, l'attrice Toni Colette, alle prese con la prima vacanza insieme al nuovo compagno, la figlia di lui e suo figlio, Duncan.
Duncan è un ragazzo adolescente, timido e introverso, che viene fin da subito isolato dal resto della compagnia, costretto a sedersi "the way way back", nel sedile sul retro del bagagliaio della station wagon. La neo famiglia parte per raggiungere la casa sulla spiaggia del compagno della madre, in una piccola cittadina del New England (non pensate agli Hamptons!), per passare insieme le vacanze estive. In questo periodo di tempo Duncan lascerà pian piano il ruolo di "emarginato" del gruppo per acquistare sicurezza e fiducia in se stesso grazie all'affetto che trova in un impiegato di un parco acquatico nel quale si troverà a lavorare. Una storia semplice anche questa, ma ricca di significato e che insegna che non bisogna essere uguali agli altri per essere fighi o accettati, si può essere diversi e lo stesso essere cool!
Queste sono pellicole immense di sentimenti reali, piccole storie e vite semplici che accadono in posti normali e coinvolgono gente comune. Realizzate da registi semisconosciuti con dei budget contenuti e senza costrizioni o formalità dettate dagli Studios.
Mostrano un'altra realtà, quella più vera, in modo libero e sincero. Fanno sorridere e anche riflettere, e le sentiamo più vicino a noi.
Buona visione!!
NB. Ovviamente il cinema indipendente non produce solo commedie, vi sono anche dei bellissimi film drammatici come Lords of Dogtown (2005), o di fantascienza, Donnie Darko (2001), oppure ancora drammi, Wristcutters (2006) e anche questi mi sono piaciuti molto.
Le commedie sono il genere cinematografico che apprezzo meno ma riconosco che non è per nulla facile riuscire a realizzare un buon film appartenente a questa categoria e il rischio è quello di cadere nei sentimentalismi, nel demenziale, oppure ancora nelle solite volgarità.
Contrariamente a quello che si può pensare, realizzare una bella commedia non è un'impresa semplice, mentre per altri generi si può ricorrere a stratagemmi (effetti speciali, montaggio serrato, o drammi da lacrima facile) nella commedia bisogna essere capaci di creare delle storie semplici, ma non banali, che siano realistiche e creino empatia, devono essere simpatiche, far sorridere, ma offrire anche degli spunti di riflessioni. L'happy end non deve essere scontato e i sentimenti non vanno forzati. Insomma ci vuole un'ottima sceneggiatura e degli attori che ci sappiano davvero fare, la riuscita dipende molto dalla loro capacità.
Mi torna in mente una frase che ci diceva il prof. di cinematografia "far piangere è più facile che ridere". Di fatti, coloro che riuscirono a far ridere hanno grandi nomi: Totò, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi nel cinema italiano, e prima ancora Charlie Chaplin, Buster Keaton e la coppia Stan Laurel & Oliver Hardy.
Comunque le commedie non mi hanno mai entusiasmato fino a quando ho scoperto il cinema indipendente americano, il così detto "indie", e grazie a lui la commedia americana, a mio parere, ne è rinata, e sicuramente mi ha conquistata!
Trovo che le commedie nate da produzioni indipendenti, fuori dagli schemi e i dettami dei grandi studios, escano più fresche e originali, contraddistinte da una certa delicatezza e naturalezza, e pur se toccano argomenti pesanti lo fanno con semplicità.
Temi difficili sono trattati in modo realistico, senza appesantire ulteriormente il dramma o caricare di eccessivi sentimentalismi, il film scorre via raccontando in modo spontaneo la sua storia e i suoi personaggi e lo senti più reale, più vicino a te.
Pensiamo alla leggerezza di Juno (2007) nato della sceneggiatura della blogger Diablo Cody, un tema pesante, quello della gravidanza indesiderata in età adolescenziale, trattato con tanta semplicità. Non vi sono pregiudizi o moralismi, c'è lei e ciò che le accade, con naturalezza assistiamo all'evolversi degli eventi in cui Juno, ragazzina adolescente, si mostra più adulta e in gamba degli adulti. Il film è piacevole, dolce, fresco e conquista in tutto. Bravissima l'attrice protagonista che si mostra eccellente (Ellen Page), grandiose le ambientazioni, la sceneggiatura, ovviamente, e la musica. Tutto fa si che la storia, e in particolare questa ragazzina, ti entrino nel cuore, e il film riesce talmente bene tanto da essere una lezione di vita per tutti!
Un'altra storia che adoro è quella narrata in Little Miss Sunshine (2006) anche qui tre aggettivi: semplicità, naturalezza e freschezza. Sei personaggi un po' particolari, un vecchio furgoncino giallo VW, un viaggio on the road dai toni grotteschi ma che porterà ad una svolta importante nei rapporti tra i membri di questa pazza famiglia e ad una crescita personale per ognuno di loro.
Little Miss Sunshine è un piccolo capolavoro, un grande raggio di sole.
Recentemente ho scoperto Junebug (2005), e di scoperta nel vero senso della parola si tratta, visto che stavo facendo zapping notturno. Presentato in concorso al Sundance Film Festival e in una proiezione speciale alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes nel 2005, e mai uscito nei nostri cinema. Nel cast di Junebug troviamo la bellissima e brava Amy Adams (che per la sua interpretazione è stata candidata all'Oscar come migliore attrice non protagonista) oltre ad una vecchia "conoscenza", Benjamin McKenzie, che interpretava Ryan nella serie TV The O.C.
Anche in questa pellicola, come accade in Juno, non mancano temi difficili ed anche qua vengono affrontati in modo delicato, così che il film scorre via dolcemente pure nelle parti più amare.
Inoltre ha una capacità di farti sentire dentro la storia, sembra quasi di appartenere a quella famiglia, di vivere con loro tra quelle pareti, tra tensioni e piccoli e grandi problemi, che la vita riserva.
Lars e una ragazza tutta sua (2007) è un'altra bellissima storia, delicata e toccante, che vede il protagonista, interpretato da Ryan Goslin, innamorarsi di una bambola gonfiabile. Sì proprio così, lui è un ragazzo trentenne problematico, vive una vita solitaria priva di qualsiasi emozione, finché un giorno si presenta, alla sua famiglia e a tutto il paese, con la sua nuova compagna Bianca, che è appunto una bambola gonfiabile. Un soggetto sicuramente assurdo e difficile da rappresentare, eppure la storia è davvero emozionante e poetica. La sua famiglia e l'intera comunità si avvicina a lui grazie a Bianca, e viceversa, lui inizia a interagire con gli altri attraverso lei. Niente banalità, niente sesso (nonostante la partner), solo veri sentimenti, puri e semplici, che coinvolgono anche lo spettatore che per questo ragazzo, puro e candido, non può che provare un grande affetto e tenerezza.
The Way, Way Back /C'era una volta un'estate (2013) è l'ultimo film del genere "indie" che ho visto e nel cast riappare la mamma di Little Miss Sunshine, l'attrice Toni Colette, alle prese con la prima vacanza insieme al nuovo compagno, la figlia di lui e suo figlio, Duncan.
Duncan è un ragazzo adolescente, timido e introverso, che viene fin da subito isolato dal resto della compagnia, costretto a sedersi "the way way back", nel sedile sul retro del bagagliaio della station wagon. La neo famiglia parte per raggiungere la casa sulla spiaggia del compagno della madre, in una piccola cittadina del New England (non pensate agli Hamptons!), per passare insieme le vacanze estive. In questo periodo di tempo Duncan lascerà pian piano il ruolo di "emarginato" del gruppo per acquistare sicurezza e fiducia in se stesso grazie all'affetto che trova in un impiegato di un parco acquatico nel quale si troverà a lavorare. Una storia semplice anche questa, ma ricca di significato e che insegna che non bisogna essere uguali agli altri per essere fighi o accettati, si può essere diversi e lo stesso essere cool!
Queste sono pellicole immense di sentimenti reali, piccole storie e vite semplici che accadono in posti normali e coinvolgono gente comune. Realizzate da registi semisconosciuti con dei budget contenuti e senza costrizioni o formalità dettate dagli Studios.
Mostrano un'altra realtà, quella più vera, in modo libero e sincero. Fanno sorridere e anche riflettere, e le sentiamo più vicino a noi.
Buona visione!!
NB. Ovviamente il cinema indipendente non produce solo commedie, vi sono anche dei bellissimi film drammatici come Lords of Dogtown (2005), o di fantascienza, Donnie Darko (2001), oppure ancora drammi, Wristcutters (2006) e anche questi mi sono piaciuti molto.
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