Marilyn una stella che brilla in cielo
Dopo tanti film, oggi tocca a un libro riempire questa pagina, un libro che però non si allontana troppo dal cinema, anzi ne è molto legato visto che parla di una delle sue icone più grandi.
VITA E OPINIONI DEL CANE MAF E DELLA SUA AMICA MARILYN MONROE.
Un libro scritto dalla parte di un cane! Sì proprio così, perché quello che fa Andrew O'Hagan (l'autore) è scrivere questo libro dalla parte di Maf, il terrier maltese regalato a Marilyn Monroe da Frank Sinatra nel 1960.
Attraverso il racconto del cagnolino, che Marilyn chiamò Mafia
Honey, O’Hagan ripercorre gli ultimi due anni di vita della grande icona
hollywoodiana. Lei lo portava con sé ovunque, da New York a Los Angeles, dalle
sedute psicoanalitiche ai corsi all’Actor’s Studio e ai party. Con i suoi occhi
il lettore incontra le più importanti personalità dell’epoca: Natalie Wood,
Frank Sinatra, Truman Capote, George Cuckor, Lee Strasberg, Ella Fitzgerald,
J.F. Kennedy, ecc.
Maf diventa così il testimone e narratore di una deliziosa
commedia letteraria in cui si parla di arte, di letteratura, di cultura pop e
filosofia. Questo piccolo e colto cagnolino penetra nell’intimità della sua
padroncina e la rivela come una dolce, tenera e luminosa creatura.
Un romanzo intenso e malinconico che ci mostra Marilyn in tutta
la sua fragilità, un’anima sempre più distaccata dal mondo.
Mi ha impressionato molto la bravura dello scrittore nel penetrare nel profondo l'animo di questa grande star e di farlo con una tale delicatezza, Maf non è invadente non pretende di conoscere le "verità nascoste" dell'attrice, semplicemente la osserva e ne comprende l'essenza più di ogni altro.
Andrew O'Hagan disse che fu proprio Maf ad ispirarlo e a chiamarlo in questa "missione".
Il tutto accadde nel 1999 quando lo scrittore fu inviato a New York dalla London Review of Books. Doveva scrivere un articolo su quella che fu definita «l’ultima e probabilmente più straordinaria asta del millennio». Christie’s metteva in vendita la collezione personale di Marilyn Monroe. O'Hagan fu colpito da una serie di polaroid: uno shoot fotografico del 1961 firmato da Eric Skipsey che raffigurava Marilyn al Beverly Hills Hotel e in alcuni ritratti lei appariva con lui, Maf, accoccolato sulle sue gambe. Rimase profondamente colpito che rivelò: «Mi sentivo come se riuscissi a sentire la sua voce. Tornai al mio hotel quella notte pensando che se avessi potuto catturare quella voce, avrei avuto l’accesso a qualcosa di speciale, qualcosa che mi interessava davvero».
Dopo aver letto questo libro, non la si guarderà più allo stesso modo e non si potrà fare a meno di pensare anche a lui, a Maf che la eleva a stella eterna dell’universo in un’ultima emozionantissima pagina.
Mi ha impressionato molto la bravura dello scrittore nel penetrare nel profondo l'animo di questa grande star e di farlo con una tale delicatezza, Maf non è invadente non pretende di conoscere le "verità nascoste" dell'attrice, semplicemente la osserva e ne comprende l'essenza più di ogni altro.
Andrew O'Hagan disse che fu proprio Maf ad ispirarlo e a chiamarlo in questa "missione".
Il tutto accadde nel 1999 quando lo scrittore fu inviato a New York dalla London Review of Books. Doveva scrivere un articolo su quella che fu definita «l’ultima e probabilmente più straordinaria asta del millennio». Christie’s metteva in vendita la collezione personale di Marilyn Monroe. O'Hagan fu colpito da una serie di polaroid: uno shoot fotografico del 1961 firmato da Eric Skipsey che raffigurava Marilyn al Beverly Hills Hotel e in alcuni ritratti lei appariva con lui, Maf, accoccolato sulle sue gambe. Rimase profondamente colpito che rivelò: «Mi sentivo come se riuscissi a sentire la sua voce. Tornai al mio hotel quella notte pensando che se avessi potuto catturare quella voce, avrei avuto l’accesso a qualcosa di speciale, qualcosa che mi interessava davvero».
Dopo aver letto questo libro, non la si guarderà più allo stesso modo e non si potrà fare a meno di pensare anche a lui, a Maf che la eleva a stella eterna dell’universo in un’ultima emozionantissima pagina.
«Subito vedemmo
Marilyn in scena, con la sua stola bianca e il vestito fatto di stelle. Sul
piccolo schermo Magnavox sembrava più che mai una persona fuori dall’ordinario.
Tutte le creature sono l’effusione di un’essenza rara, ma al centro della sua aura
spettrale lei era del tutto fuori portata, accerchiata dalla notte mentre
cantava Happy Birthday. La mia compagna predestinata dava l’impressione che
nulla di reale l’avesse mai sfiorata, nessun piccolo rimpianto, nessun’altra
persona… Era di un altro mondo».
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